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I viaggi dei lettori

Da Torino a Capo Nord

di Gian Mario il 29/01/2010 in I viaggi dei lettori

Quasi undicimila chilometri attraverso quattordici nazioni su una GS, con partenza da Torino. Ecco la storia di una cavalcata solitaria nel profondo nord dell'Europa

Da Torino a Capo Nord
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Un viaggio davvero affascinante, 10.972 km in un mese, attraverso 14 nazioni con un BMW GS 1200, una moto fantastica per questo tipo di viaggi, si mette benzina e via…
Tutto all'insegna della tranquillità e della natura con paesaggi mozzafiato che non avrei immaginato.
Partito una mattina di fine giugno da Torino, ho attraversato Svizzera, Liechtenstein, Austria, Germania e Danimarca.
Durante il mio passaggio in Germania mi sono fermato casualmente a Rothenburg ob der Tauger, nei pressi di Norimberga, una località con forti caratteristiche medievali che consiglio vivamente di visitare. Un vero gioiello, sembra davvero di fare un tuffo nel passato.
Dall'orologio della piazza principale, allo scoccare delle ore, si aprono due finestre e compaiono due sagome che sorseggiano un buon boccale di birra (non potrebbe essere altrimenti), si voltano verso la piazza, un cenno e poi scompaiono tra gli applausi divertiti della gente che li osserva.
I "figuri" sono finti ovviamente, tipo quelli della cattedrale di Monaco di Baviera o dell'orologio della piazza di Stare Mestò a Praga.
Da Rothenburg ho proseguito verso il nord viaggiando spesso sotto la pioggia, arrivato al mare si intravedeva un bel chiarore all'orizzonte e così, anzichè fermarmi a Puttgarden e prendere il traghetto per la Danimarca la mattina successiva, ho traghettato subito ed ho puntato a Copenhagen dove sono arrivato alle 20,30 dopo 875 km!
Qui il tempo è bello da giorni, mi fermo in un campeggio e pianto la tenda.
Scorgo un Land Rover targato italiano e così mi avvicino per scambiare due parole.
Sono Rossana e Giuseppe, due simpatici siciliani che dalla loro Catania vogliono raggiungere Capo Nord passando prima dalla Finlandia.
Sono ormai le 22,30, è ancora chiaro, ma la scena che si presenta non potrebbe essere diversa: loro che da buoni siciliani - vistomi stanco e affamato - insistono perchè mangi un piatto di pasta ed io che da buon piemontese rifiuto e mi faccio un sacco di scrupoli avendo il timore di disturbare.
Per fortuna cedo, e così mentre ci raccontiamo le reciproche esperienze intorno al mondo, io mi divoro un'ottima pasta con il pesto e benedico il fatto che l'Italia non sia fatta solo da piemontesi...
Io salirò verso nord dalla Norvegia, loro dalla Finlandia, ma ci siamo dati appuntamento alla meta e così il prossimo piatto di spaghetti lo mangerò a Capo Nord con Giuseppe e Rossana!
Da Torino a Capo Nord
Norvegia: il Sognefjorden
Spesso nei racconti dei miei viaggi mi soffermo a descrivervi le difficoltà che incontro sulle strade del mondo.
Polvere, buche, bitume, ghiaia, ostacoli vari...
Questa volta no. Le strade della Norvegia credo facciano parte delle più desiderabili da un motociclista itinerante.
Sono quasi tutte molto ben tenute, poco trafficate e dotate di una buona segnalazione che ne facilita la circolazione.
Ma la cosa stupenda è il panorama che le avvolge.
La bellezza del viaggio in moto è la visuale a 360 gradi sempre.
Qui si viaggia in mezzo a foreste, ruscelli che fiancheggiano il cammino, laghi dei quali si perde subito il conto e la strada che serpeggia dolce e sinuosa in questo ambiente incredibile.
I limiti di velocità sono molto bassi, 70/80 km all'ora, ma oltre che obbligatorio, diventa quasi piacevole lasciarsi cullare dalle curve che di sicuro nascondono un lago, un fiume o una cascata.
Ora sono a Bergen, deliziosa città sul mare, la capitale dei fiordi, per arrivare qui se ne attraversano diversi e tutti affascinanti.
Per passare da una sponda all'altra è praticamente obbligatorio traghettare.
Al mio primo traghetto, parcheggiata la moto, mi sono goduto la traversata di 15 minuti ammirando il paesaggio che mi circondava e ascoltando Magnificent, l'ultimo disco dei mitici U2.
Magnificent, come il panorama che mi stava conquistando.
Ero fermo nel parcheggio della Voringfossen, una stupenda cascata che si tuffa in un precipizio davvero impressionante di centinaia di metri, quando arriva con molto fracasso una Harley-Davidson e si ferma vicino a me.
E' Roberto di Milano con la sua vecchia 883. Le solite frasi di rito:
"Ciao, vieni da su o da giù...?"
Già, perché da queste parti chi viene in moto ci viene per andare a Capo Nord e siccome più o meno la strada è unica, se incontri qualcuno questo o arriva da Capo Nord oppure ci sta andando.
"Io sto salendo e tu?"
"Uè, anch'io, come ti va? A me si è scassata la marmitta in Germania e così mi sono fatto 400 km con la marmitta scassata, un rumore infernale, poi l'ho riparata con questo nastro speciale, ma fa ancora un casino boia..."
"Già...ho sentito... ma scusa perchè 400 km, non potevi ripararla prima?"
" Uè... mi ha mezzo assordato, ma sai che spettacolo, sembravo un aereo!!!"
Da Torino a Capo Nord
Una vista delle Lofoten
Lasciata Bergen, ho iniziato un itinerario scelto faticosamente: qui ci sono davvero un sacco di posti belli da vedere, ma spesso uno esclude l'altro.
Le strade sono tortuose, arrancano tra le pareti scoscese tra un fiordo e l'altro, ma ne guadagna il paesaggio.
Prima scelta lo Jostedalsbreen, il ghiacciaio più grande d'Europa!
Vanta 490 kmq di superficie con una profondità che arriva a 650 metri!
Impressionanti le cifre ed anche impressionante vederlo da vicino.
L'ho ammirato in una lingua terminale e l'ho anche costeggiato per una parte, dove vi sono laghi ancora mezzi ghiacciati con gente molto coraggiosa che faceva il bagno.
Poi il fiordo di Geiranger: arrivando dal ghiacciaio, dalla "strada delle aquile", all'improvviso compare questo fiordo fantastico e sembra quasi di fare un salto nel vuoto tanto è profondo, anche se alla fine mi sarei schiantato su una sdraio della Costa Crociere ormeggiata proprio lì sotto...
Me lo sarei perso se non avessi scambiato due parole con un biker finlandese, su un traghetto, che mi chiedeva dove stavo andando.
Stupito, mi ha chiesto come mai non passassi dal fiordo di Geiranger, "the best place in Norway".
Io mi fido sempre molto dei consigli last minute sul posto ed in effetti ora mi mangerei le dita se non ci fossi andato.
Infine la via dei troll, una strada bellissima in uno scenario davvero da favola. Per 50-60 km costeggia dolcemente boschi, torrenti, laghetti e cime deliziose per poi terminare nella Trollstigen, "La scala dei troll", 11 tornanti, una pendenza del 12% ed è a una sola corsia praticamente su tutto il percorso...
In moto me la sono cavata abbastanza bene, ma non oso immaginare con un camper!
Ad un certo punto si inizia a salire di quota, non molto, 6/700 mt, ma a questa latitudine sono sufficienti per rendere il paesaggio circostante brullo e pietroso.
Compaiono chiazze di neve al bordo della strada, un vento freddo spazza ogni cosa e fa anche rallentare la mia andatura... si, ci siamo... 66° 33' di latitudine nord, è il Polarsirkelsenteret, il Circolo Polare Artico!
Questo è il punto più a sud dove si può scorgere il sole a mezzanotte nel giorno del solstizio d'estate!
Ora sono alle Lofoten, fantastiche isole: sono appena arrivato e ho trovato alloggio in un ostello della gioventù.
Non ci ero mai stato, ho voluto provare, sono in una camerata da 10 posti e siamo in due.
Un po' in imbarazzo lo ero alla reception, tutti ragazzi giovani che mi giravano intorno e credo di aver balbettato un po' quando una biondina con due grandi occhioni blu che avrà avuto al massimo 18 anni mi ha chiesto la data di nascita...
Da Torino a Capo Nord
Capo Nord
Lasciate le giornate di bel tempo alle mie spalle, davanti a me ora il cielo si fa grigio e cupo.
Da tempo non ci sono più piante e vegetazione con fusto, solo erba e bassi arbusti, bisogna anche fare attenzione perchè le renne attraversano all'improvviso e molto velocemente la strada.
Sto continuando verso nord, verso quel punto che magnetizza ogni mia attenzione.
Anche se i km che ho sulle spalle sono ormai oltre i 5.500, è il momento in cui non sento più la fatica.
Una nuova energia mi pervade e mi da' la forza di continuare a stare in sella.
Mi chiedo spesso che cos'è che mi spinge ad inseguire mete così lontane con una determinazione che stupisce anche me.
Credo, semplicemente, la voglia di conoscere, di vedere con i propri occhi, di arrivarci da solo con le sole proprie forze...
Ho tutto l'abbigliamento disponibile addosso, il termometro di una farmacia lungo la strada indica 4°C ma è una temperatura misurata, bisogna aggiungere il vento gelido e la velocità dell'andatura in moto.
Sono al limite, ci fosse qualche grado in meno credo che dovrei fermarmi.
Mi aggrappo alle manopole riscaldate che mi infondono un po' di calore almeno fino al polso, poi stringo un po' i denti
Però ci sono, anche questa volta ce l'ho fatta.
Il paesaggio, selvaggio, austero, bellissimo, reso ancora più ostile dalle nuvole e dalla pioggia, mi affascina e mi fa venire ancora più voglia di stringere i denti e proseguire.
Il tempo di scaricare i bagagli in un ostello a Honningsvag e poi via per gli ultimi 30 km verso il capo, Capo Nord!
Il nome fu dato da un esploratore inglese che andò alla deriva in questa zona nel 1553.
L'atmosfera è irreale, nebbia, pioggia, vento, questo globo di ferro che si staglia nel nulla e che attira su questo promontorio spazzato dai venti e dalle onde, a picco sul mare per oltre 300 mt, migliaia di persone ogni anno.
Il vero "punto" si trova a Knivskjelodden, qualche km più a ovest, ma al re Olaf, secoli fa, piacque questo ardito promontorio e decise che era questo il punto più a nord!
Più nessuno ha osato spostarlo...
Ormai ci siamo, sono le 23,57... il famoso sole di mezzanotte... piove, io all'appuntamento ci sono, il sole no...
Da Torino a Capo Nord
San Pietroburgo, la Venezia del nord
Di ritorno da Capo Nord punto diretto verso sud attraversando la Finlandia, arrivo al confine con la Russia e posso dire di aver conquistato San Pietroburgo con una certa rapidità!
Io, con la mia cartina Michelin e per le vie della città con l'aiuto della fedele guida Lonely Planet, sono arrivato fin davanti all'ostello, in pieno centro, senza sbagliare.
Ancora non ci credo, ero preparato a ben altra battaglia, soprattutto con il cirillico, visto che in Russia la segnaletica in inglese si limita a qualche cartello sulle strade principali ma nelle città è inesistente.
Neppure i classici cartelli "center", "zentrum" o "down town" che ci sono in tutto il mondo!
Lo confesso, un po' ero preoccupato e così mi ero preparato con tutte le armi a mia disposizione, compreso Google Earth...
Mi sono impresso nella mente la strada che avrei dovuto percorrere e tutto è andato bene.
Il Garmin mi è stato di solo aiuto indicandomi i km mancanti (gli avevo impostato le coordinate gps) e comunque anche questo è servito.
Anche alla frontiera mi aspettavo problemi, invece i gendarmi sono stati gentili, hanno avuto pazienza così come io ne ho avuta con loro visto che sapevano si e no due parole d'inglese.
Ci vuole un po' di pazienza nel compilare un po' di moduli, però poi esibendo la nostra carta verde rilasciano gratuitamente un'assicurazione per il territorio russo!
Se penso che in Marocco per 21 giorni ho dovuto sborsare 90 €...
L'unica "impasse" si è verificata quando non capivano che mezzo fosse un BMW GS 1200.
Si sono messi in due a discutere con me: per loro non esisteva una BMW con un 1200 di cilindrata.
Allora sono tornato un po' indietro, ho preso la moto e l'ho spinta fin sotto il loro gabbiotto in modo che la vedessero, così hanno scoperto che non si trattava di un'auto!
San Pietroburgo è una città imponente, affascinante, con un sacco di monumenti importanti.
Un esempio? la Chiesa del Salvatore o del Sangue Versato.
L'interno è completamente ricoperto da mosaici per una superficie pari a 7000 mq... impressionante!
Questa chiesa è stata costruita dove Alessandro II nel 1881 fu ferito a morte e all'interno c'è ancora il selciato originale del punto esatto. Alessandro II fu uno degli Zar più benvoluti dal popolo perchè adottò riforme economico-sociali importanti.
Ho trovato una stanza in un discreto ostello che ha il pregio di essere a 50 mt dalla Niesky Prospekt, la via più importante.
Da Torino a Capo Nord
L'Hermitage a San Pietroburgo
Carico i bagagli (e a malincuore) lascio San Pietroburgo.
E' una bella giornata di sole e, come sempre in queste situazioni, mi godo il viaggio verso ovest con un'andatura moderata guardandomi attorno.
Ormai sono prossimo alla frontiera con l'Estonia, percorro un lungo rettilineo con l'asfalto nuovo appena steso e di conseguenza senza la riga di mezzeria.
Un'auto davanti a me procede estremamente lenta, 35-40 km/h, mi stufo e sorpasso con un lieve colpo d'acceleratore.
Dal folto della foresta ai lati della strada sbuca un poliziotto e mi intima l' "alt!" proprio ora che sto uscendo dalla Russia (mancano 3 km al confine).
Solita richiesta di documenti e poi il poliziotto gentilmente mi fa notare che non potevo sorpassare.
Io cerco di spiegare che non c'era la riga, che andavo pianissimo, che non c'era nessuno ecc. ecc. le solite scuse che noi italiani siamo molto abili a raccontare, già solo che qui la conoscenza dell'inglese è scarsa e poco più che "problem" o "no problem" non è che si riesce a dire.
Comunque, secondo loro devo pagare 150 euro di multa e se non pago mi possono trattenere la patente per sei mesi e sequestrarmi la moto per un'infrazione di questo tipo.
Non li vedo molto decisi, quasi sorridono, è chiaro che si piazzano lì per spolpare i turisti diretti alla frontiera e cercano di spaventarmi.
Per la prima volta in vita mia cedo e offro del denaro per chiudere un occhio. Anni fa in Turchia, pur di non pagare una multa ingiusta, sono stato fermo per un'ora a bordo strada come "punizione".
Inizia così la trattativa che, partita da 50 euro più gli ultimi rubli che avevo per l'ultimo pieno, si è conclusa con 20 euro e qualche spicciolo.
Non mi è spiaciuto molto, ho pagato volentieri, in fondo l'infrazione l'ho fatta e poi cosa sono 20 euro di fronte alla libertà?
Da Torino a Capo Nord
Tramonto in Estonia
Molto bello anche attraversare l'Estonia.
Mi fermo sul Baltico a Parnu in un bel campeggio, un delizioso paesino sul mare dove un sacco di gente fa il bagno.
Non fa freddo ma io ho comunque il pile addosso…
Poi Lettonia, Lituania, Polonia ed eccomi a Praga.
Non ho potuto dedicare molto tempo a queste nazioni, anche se sono stato molto bene dove mi sono fermato, perché ormai ho già percorso quasi 10.000 km e anche a me fa piacere ritornare a casa e poi ho un appuntamento a Praga.
Debora (la mia ragazza) nel weekend mi raggiungerà in aereo e trascorreremo qualche giorno insieme visitando la città, la ciliegina sulla torta...
Sempre esaltante Praga, è incredibilmente bella e suggestiva, ovunque si posa lo sguardo c'è un monumento, una guglia, uno scorcio caratteristico.
Tutto molto ben confezionato, fin troppo…
C'ero già stato anni fa con un caro amico e ne serbavo un bel ricordo ma ora il centro è praticamente un enorme centro commerciale per turisti.
E' incredibile il numero di negozi di souvenir di ogni tipo, di hotel, di ristoranti, di banchi di cambio che si susseguono, in due isolati ho contato tre negozi di Mc Donald's!
In tutto il centro storico, che è grande, non è rimasto nessun negozio "normale", tipo una panetteria o un macellaio, solo souvenir!
Camminare per questi vicoli antichi e pieni di storia è talmente piacevole che ne vale comunque la pena, basta socchiudere gli occhi e ignorare tutte queste vetrine luccicanti, immaginare come potesse essere la vita qui anche solo due secoli fa.
L'importante è cogliere l'essenza, lo spirito, l'anima della città e lasciarsi andare...
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