Fabrizio Lai, trentatré anni, per anni è stato un protagonista del Mondiale 125 e 250. Poi, finita l'era della duemmezzo, passando alle derivate si era perso, tanto da decidere di fermarsi e di mollare tutto, ma non è riuscito a rimanere lontano dalle piste per troppo tempo ed è tornato nel CIV, il campionato che lo ha lanciato nel 2002 con la vittoria nella 125.

Il debutto nella top class è stato però più difficile del previsto: la Honda CBR che guidava nel 2011 non era una moto all'altezza delle rivali e per Lai rientrare nei primi sei con tanti sforzi era già un risultato.
Quest'anno però la musica è cambiata: ora guida una Ducati, la 1198 preparata dal team Althea by Echo, la squadra stretta parente di quella di Carlos Checa e Davide Giugliano nel Mondiale.
Il cambio moto gli ha restituito letteralmente vita e al Mugello Lai ha conquistato la sua prima pole position nella SBK, ripetendosi a Imola. Dietro ai risultati c'è un grande lavoro della squadra che ha saputo ridargli la fiducia e una moto all'altezza del suo talento.

Parlando con lui si sente che il passaggio nella nuova squadra l'ha cambiato. "Sono tornato a divertirmi ed erano anni che non arrivavo in pista con tutto questo entusiasmo!".

Merito della squadra o sei cambiato tu?
"Il mio team mi fa sentire importante e vedere il loro impegno mi carica moltissimo. Dal capotecnico, al capomeccanico e gli stessi meccanici lavorano moltissimo per me e li devo ricambiare con i risultati, altrimenti…". Mentre lo dice sorride e si scambia strette di mano e abbracci con gli uomini del suo team che si stringono vicino a lui e poi aggiunge: "Certo se poi fossi anche in perfetta forma fisica sarebbe il massimo, ma la vedo dura visto che mi porto dietro una tendinite al braccio sinistro dai tempi della 250 che puntualmente mi penalizza in gara… Devo stringere i denti perché come è successo al Mugello a un certo punto il dolore mi condiziona al punto da dover rallentare il ritmo".

Questione di moto o di gomme?
"La Ducati è la Ducati non ci giro intorno. La guido bene perché mi ricorda, sembra assurdo ma è così, la mia 250 per come è tecnica e precisa, mentre le gomme Michelin devo ancora capirle bene. A volte, infatti, sono un'incognita visto che richiedono un tempo superiore per scaldarsi e anche in gara hanno un rendimento altalenante: col caldo offrono molta aderenza mentre quando la temperatura scende, non trasmettono lo stesso feeling. Mi ci abituerò, spero!".

Il CIV di adesso è come lo avevi lasciato nel 2002?
"No, ci sono meno piloti. Correre ormai costa troppo e per essere al top devi spendere, quindi non è facile per tutti trovare le risorse per fare una stagione. Per questo siamo pochi, ma non solo noi della SBK anche nelle altre classi ci sono meno iscritti".

Per ridurre i costi si è parlato di eliminare la SBK dal CIV, cosa ne pensi?
"Correre con le SBK è costosissimo, e quindi condivido che non si possa andare avanti, di questi tempi con queste moto, però va detto che le superbike hanno un fascino che le STK non potranno mai avere…".

Se tolgono la SBK dal CIV, non ti resta che passare al Mondiale?
"Non mi faccio illusioni di poter tornare al Mondiale. Ci ho corso per anni e non voglio rifarlo tanto per… ho sofferto troppo nelle ultime stagioni della 250 e del Mondiale e di quei tempi non mi manca niente, non mi divertivo e soffrivo anche la lontananza da casa e questo mi penalizzava molto nei risultati".

Però una wild card?
"A quella ci posso pensare, magari proprio qui a Monza, la mia pista di casa, ma solo se sarò a posto e in grado di battermi con i migliori!"