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Husqvarna, la produzione riparte in Austria

di Riccardo Matesic il 28/10/2013 in Attualità

Le prime moto sono scese dalle linee di montaggio degli stabilimenti KTM di Mattighofen e gli ex operai dello stabilimento di Cassinetta di Biandronno (VA) protestano. Con una lettera aperta

Husqvarna, la produzione riparte in Austria
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"Nel nord Italia attualmente è in atto un fenomeno di deindustrializzazione, il Paese non è più competitivo, le aziende internazionali se ne vanno".
Ha spiegato così nel maggio scorso Stefan Pierer, numero uno della KTM, la decisione di spostare in Austria la produzione della Husqvarna, da lui acquisita a fine gennaio attraverso la Pierer Industrie AG. Lo ha fatto con un'intervista a un giornale austriaco, il Nachrichten.

E ha rincarato la dose sul mensile tedesco Motorrad: "L'unica condizione posta da Bajaj nell'operazione che ha portato all'acquisto del marchio Husqvarna, era che non si producessero più moto in Italia".

"Anche io -ha concluso Pierer- dico che oggi in Italia non è possibile produrre in modo competitivo per il mercato globale; non escludo che in futuro le cose possano cambiare, ma oggi è così".

Così i 240 operai del sito di Cassinetta di Biandronno, in provincia di Varese, sono rimasti con il classico cerino in mano.

È una vicenda che sta alimentando grosse polemiche questa dell'Husqvarna, passata di mano dalla BMW a Pierer senza che il nostro Paese riuscisse a imporre preventivamente la salvaguardia dei posti di lavoro.
Oggi i dipendenti hanno ottenuto un anno di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS) per crisi, con un contributo aggiuntivo di 400 euro al mese da parte del Gruppo Pierer. E la mobilità volontaria incentivata, che prevede un contributo medio di 26.500 euro per chi sceglie di aderire.

Nella questione sono entrati anche Regione Lombardia, che ha accordato la cassa integrazione, e il Ministero dello Sviluppo Economico, di fronte al quale Pierer si era impegnato a trovare uno sbocco produttivo per l'impianto di Cassinetta. Invece, proprio nei giorni scorsi Pierer ha affermato di non essere disposto a cederlo. E con questo ha chiuso la porta ai due possibili marchi interessati: la MVAgusta e un costruttore cinese di motoleggere. Senza contare che anche il sindaco di Biandronno aveva dichiarato che la sua amministrazione era pronta a trovare una possibile riconversione del sito produttivo.
Al momento a Cassinetta restano 12 impiegati, che si occuperanno di vendite e distribuzione. Altri 23 andranno a gestire il magazzino ricambi, in corso di trasferimento da Verona.
Il futuro però sembra già scritto. Electrolux, proprietaria del marchio Husqvarna di cui è concesso esclusivamente l'uso, avrebbe imposto infatti la creazione di una nuova società, la Moto Italia, espressamente per gestire il sito di Cassinetta.
Un passaggio che sembrerebbe anticipare la creazione di una ramo da tagliare successivamente.

Per la cronaca a Mattighofen lavorano 2300 persone. Nel 2012 ne sono state assunte altre 110. E anche nel 2013 stanno continuando le nuove assunzioni.

Il parere del sindacalista
Dov'è finita la politica -si chiedono polemicamente i lavoratori-? Hanno parlato in tanti, ma oggi che Pierer va via non si sente più nessuno.
"La situazione attuale -ci dice al telefono Flavio Cervellino, sindacalista della CISL- vede uno stallo nelle trattative per la riconversione dello stabilimento di Cassinetta".
"Dicono che stanno trattando, ma i segnali sono tutti negativi. Tra l'altro, in sede di incontri al Ministero dello Sviluppo Economico, Pierer si era impegnato a non spostare a Varese il magazzino ricambi che oggi è a Verona, perché questo occupa spazio e ostacola la possibilità di una riconversione del sito. Invece ora sta facendo anche questa operazione".
Che prospettive hanno i 240 lavoratori?
"Per ora non buone purtroppo. C'è la mobilità, ma oggi trovare lavoro è difficilissimo. Potrebbero aderire in 120, ma al momento sono solo 7 quelli che si sono avvalsi di questa possibilità. Speriamo di poter recuperare posti di lavoro con le future attività di formazione. Però la lotta non è finita. Husqvarna sarà presente all'EICMA con i nuovi modelli, e con ogni probabilità saranno presenti anche i lavoratori di Cassinetta".
Lavoratori che, intanto, hanno scritto una eloquente lettera aperta, che vi riportiamo nella pagina che segue.

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22 ottobre 2013

E' trascorso diverso tempo da quando abbiamo cercato di far sentire la nostra voce di protesta per la dismissione del sito produttivo di Cassinetta.
In questi giorni leggiamo su internet di un'intervista rilasciata da Pierer alla testata tedesca Motorrad e riportata sul quotidiano "La Provincia di Varese" nella quale si parla della ormai ex Husqvarna.
Chi non vive quotidianamente il "dramma" della perdita del posto di lavoro, evince che la situazione sia ormai risolta e normalizzata. Non è però così; andiamo ad analizzare alcuni passaggi dell'intervista.
Pierer afferma che lo stabilimento di Biandronno è in ottime condizioni e che non lo vuole vendere in quanto un giorno potrebbe tornare utile per produrre addirittura 30/40.000 moto all'anno ma che il costo elevato del lavoro in Italia non lo permette.
Visto che la situazione del mercato è quella descritta da Pierer perché il Governo continua a non emanare delle leggi che tutelino i lavoratori italiani e sgravino le imprese dalle tasse elevate?
Il sacrificio di 250 posti di lavoro senza leggi immediate non sarà servito ne a noi ne ai nostri figli!!!
Pierer afferma "I miei collaboratori mi hanno riferito che con i lavoratori di Biandronno l'accordo è stato raggiunto e tutto è risolto". Non è vero. L'accordo siglato dai sindacati con la direzione è positivo per l'azienda che si vuole liberare dei lavoratori a prezzi di saldo! Piuttosto l'idea del sindacato alla base dell'accordo è avere più tempo per trovare soluzioni produttive alternative per dare continuità occupazionale ai dipendenti. Quelle soluzioni che la stessa direzione ha dichiarato di cercare firmando un documento al Ministero dello Sviluppo Economico di Roma, salvo poi venirne meno coi fatti. E lo stato italiano cosa fa per farlo rispettare? A parti invertite quello austriaco avrebbe permesso questo trattamento ai propri cittadini?
Significativo è anche il passaggio in cui Pierer si lava la coscienza dando la colpa ai soci indiani di Ktm sul non mantenere la produzione in Italia. Ma se Husqvarna è di proprietà della Pierer Industrie e non di Ktm, perché gli indiani impongono questa clausola nell'operazione altrui? Ma per favore!
Fatte queste dovute precisazioni ci poniamo anche questi perché:
Perché è calato il silenzio sulla vicenda Husqvarna?
Perché le forze politiche che tanto si sono prodigate all'inizio sono svanite nel nulla?
Probabilmente questo sarà l'ultimo comunicato per fare sentire la nostra voce che oggi è un grido nel deserto, però, ci piace pensare che gli organi informativi divulghino la vera realtà e che le Istituzioni locali, regionali e di Stato riprendano in mano la situazione di quell'operazione chiamata dall'Onorevole Maroni "una vera porcata".
Ricordiamoci anche che a perdere non saranno solo i dipendenti Husqvarna, ma un'intera nazione, l'Italia presa in giro dai tedeschi, dagli austriaci e prigioniera delle proprie leggi.
Noi continuiamo a credere nel vostro aiuto!
Grazie a tutti.

I dipendenti dell'ex Husqvarna Motorcycles

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