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'Io sulla moto di Meoni!'

il 22/07/2002 in Attualità

Sul mitico KTM 520 del campione della Dakar  ad impostare le discese, le  whoops e le curve in contropendenza… E’ il racconto di  Sante Tani, uno degli allievi della scuola di guida tenuta in Sardegna da Meoni

di Sante Tani


Ecco Sante in azione nel deserto sardo

E' qui che in terra d'Ogliastra e di Sartiglia, attuali cavalieri su agili enduro, ritrovano nel profeta delle ultime due Dakar, Fabrizio Meoni, le sensazioni di un'Africa non troppo lontana ma, spesso sognata e, per taluni, mai raggiunta, nel contesto di una vita spesso troppo piena di impegni e coincidenze.
Eccoci quindi a Riola Sardo, a poche ore di traghetto dal "continente"( come amavano chiamarlo le antiche generazioni del luogo) , a rivivere tra sabbia e dune , sensazioni d'Africa.
Certo, manca il tè alla menta, il canto e le preghiere delle moschee, gli austeri sguardi delle guide Tuareg o delle popolazioni berbere che si incontrano nei viaggi nel continente nero ma, grazie alla A<ccènt abbiamo lui, Fabrizio Meoni, pronto a spiegare , a motociclisti più o meno esperti, la guida su sabbia ed i segreti della navigazione con road book e gps.
Incontratici con i partecipanti e trasferitici sui percorsi della pista da cross di Riola Sardo, Fabrizio ci fa subito capire che sarà dura ma che è sua intenzione farci vivere delle situazioni un po’ al limite giusto per non farci trovare impreparati ed ottimizzare gli insegnamenti nei due giorni e mezzo di corso che ci aspettano.
"Mi raccomando" ci dice, "ricordatevi di tenere il gas aperto!"
Già alle prime salite si moltiplicano le cadute ma, la sabbia, benchè ci faccia sudare e imprecare tra i denti, attutisce le nostre cadute.


Terminata questa prima fase si passa all' alimentazione. Più che mangiare si cerca di bere, vista la temperatura che supera abbondantemente i trenta gradi ma, l'insalata di pasta consigliata dal nostro insegnante di eccezione, viene gradita da tutti. In questo frangente si parla anche di alimentazione. Carboidrati sono l'elemento essenziale per un giusto fabbisogno calorico sotto lo stress da guida su sabbia e, dopo una fetta d'anguria, eccoci nuovamente in sella , questa colta ad affrontare le prime curve.
La giornata di guida termina nel complesso alberghiero di Ala Birdi. Si cena e , subito dopo, ci ritroviamo per una lezione inerente la preparazione del mezzo e fisica.
Certo, è difficile talvolta seguire un filo predefinito del discorso. Le nostre domande e, devo dire, l'entusiasmo di Fabrizio, ci portano a parlare di tanti aspetti del pianeta Africa, non connessi solo e strettamente ad esperienze di gare e di guida ma coinvolgendo aspetti culturali e personali della realtà del Sahara.
Vorrei fare un pò di vita by night ma sono troppo stanco. Giusto una birra insieme al mio compagno di stanza già pregustandomi la giornata seguente.
Sul campo succede una cosa incredibile. Fabrizio si avvicina e mi dice: "La tua moto è un pò troppo pesante, oggi giri con la mia!".
Io con la moto di Meoni! INCREDIBILE!!!
Non me lo faccio dire due volte ed eccomi sul mitico KTM 520 di Fabrizio ad impostare le discese, le whoops e le curve in contropendenza. E' tutto uno stile di guida diverso. Siamo stanchi ma, consiglio dopo consiglio, miglioriamo notevolmente il nostro impatto con la sabbia.
Tra una caduta e l'altra nonchè insabbiamenti vari, guardo Gioele, il figlio di Fabrizio che, a neppure 10 anni, va come una scheggia sulla sua moto. Ci sono gli ingredienti che diventi un campione anche lui!


Dopo svariate ore di guida torniamo alla base.
Dopo un tuffo in piscina eccoci ad una lezione interessantissima sull'uso del Road Book e del GPS. Alla fine, l'efficiente staff A<ccènt , ci porta una serie di fotocopie da incollare e che commentiamo. Ci aspetterà il giorno dopo una prova a road book che teminerà il corso.
Nel frangente però dimentichiamo fatiche passate e future con un barbecue con grigliata di pesce sulla spiaggia che cementa ancora di più il gruppo.
Ed eccoci all'ultima prova.
Lasciate le nostre moto prendiamo due KTM (520 e 400) fornite dall'organizzazione e dotate di strumentazione trip master nonchè di GPS.
Le note scorrono veloci una dietro l'altra. Ultima nota, l'avventura sta finendo.
Alla fine del pranzo foto per tutti e consegna dei diplomi.
Con un po’ di amaro in bocca, riprendo la strada per casa ma, a mio avviso, questo, più che un saluto, ha il sapore di un arrivederci sulle piste d'Africa e un ritorno sicuro in questo magico “deserto sardo”.

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