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Tutte le facce di The Reunion

Carlo Portioli, foto Alessandra Leocata e Paolo Lamperti il 25/05/2017 in Attualità

The Reunion vista e raccontata da un osservatorio privilegiato e inusuale, un punto di ristoro all'interno dell'autodromo di Monza

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Le casse fiscali sono accese, noi siamo pronti in postazione: ciak, motore... Azione!

Ecco, quest'anno The Reunion per un insieme di casuali eventi l'ho vissuto da dietro una cassa dispensando ticket per mangiare e bere. Un mare di facce, di frasi scambiate in pochi secondi alla velocità delle palline che volavano sul cemento tra Agassi e Sampras. Avanti un altro.

È la prima volta che guardo un evento motociclistico da questa posizione. Di solito ero una delle migliaia di facce di là dalla cassa. Un modo diverso di esplorarlo, è il modo più delle facce che delle moto. È una posizione privilegiata per sentire il clima che si respira. Basta uno sguardo e una battuta per trasmettere lo stato d'animo di ognuno. E questo singolo scambio si somma a quello prima e a quello dopo, così per ore, in una progressione che lentamente si amalgama fino a diventare un unico stato d'animo collettivo della gente. La gente. Ecco, forse per la prima volta mi è sembrato di capire cosa volesse dire veramente "la gente"... E mi sono sentito bene.

Perché la gente di The Reunion mi ha trasmesso una sensazione bella, bellissima. Rilassata, paziente (e con tutti i problemi alle casse e le code, ne ha avuta molta). Tanti sorrisi, tanta empatia: dopo una lunga coda sapeva dimostrare comprensione per chi stava lavorando. Nessuno con fuori le zanne, nessuno che mettesse il proprio tempo prima del piacere di stare insieme. La coda fatta con leggerezza perché anche questo fastidio non è tempo perso ma condiviso. Insomma, ho visto per ore e ore gente bella, che non a caso è l'esatto opposto di quell'odiosa "bella gente" che piace ai fans del vippame televisivo ormai frollo. Certo... Qualche distonia tra l'aspetto estetico e le scelte gastronomiche si è notato. Omoni irsuti, impellati come una maitresse bondage e con sguardo da assassini seriali ordinavano quintali di verdure senza salse perché... la carne è pesante e la maionese pure. Da bere?

"C'è la Coca Zero?" No.
"Allora acqua...". “Ok. Hai 50 centesimi?“.
"No... Scusa... Mi spiace molto".
Facce felici, sempre rilassate, modi tranquilli ed educati. Grazie a un mix di attitudine positiva e alle moto: tantissime e splendide.C'è Frankino di Chopworks con i suoi bobber e chopper old school, tra cui una Triumph del '56 a metà dell'opera. Una Pietà Rondanini dentro cui si vedeva l'arte delle linee, la purezza e l'essenza della motocicletta. Le sue sono moto belle come quelle disegnate dai bambini.

Il più alto condensato di meraviglia l'ho trovato sotto il tendone in stile Wheels and Waves di Sultans of Speed, circo itinerante franco-tedesco che si sfida sull’ottavo di miglio. Vecchi motori, pompati con il NOS dentro, telai essenziali. 100% stile, belve pericolose, leoni da asfalto che meriterebbero una gabbia intorno per dare risalto alla loro feroce eleganza.

La cosa migliore? L'Oracolo. Non una moto per eventi costruita da un'officina o un atelier di qualche customizer in base al budget degli sponsor, ma una moto estrema e fuori di testa costruita pezzo per pezzo a mano da un ragazzo. Per amore, solo per amore della Kustom Kulture e per dare sfogo a un talento unico. Se sei disattento e gli chiedi di che anno è quel motore BMW, lui ti risponde di aver già vinto. Perché l'Oracolo monta un boxer cecoslovacco degli anni '80, pagato niente e rimesso in pista. Il resto sono notti bruciate al lume della fatica e tanto gusto, fino a partorire questo pezzo unico fatto di stile personale e classe cristallina. Quando Eugenio Vezzetti, in arte Geni, gira sul suo Oracolo per The Reunion, la sua schiena prende una curva tonda che sembra di veder passare lo Zanardi di Andrea Pazienza e quando gli parli lui ride da dietro il barbone biondo con la gioia di chi è appagato per il risultato dei propri sforzi. Un mezzo che saprebbe farsi notare anche sul red carpet più prestigioso del custom europeo a Biarritz. Quella vetrina se la merita, fidati amico mio.

Si smonta ed è il momento dei bilanci: com'è andato il The Reunion 2017? È andato come la sua gente l'ha vissuto e io che le quelle facce le ho incontrate tutte posso dirlo: è andata alla grande!
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