Driiiin!
“È pronto”
“Io mangio l’insalata”
“…Fa la dieta… vuole fare la modella...”

Chissà se in casa Maverick Vinales, qualche anno fa, riecheggiava questa frase, tratta dal dialogo di un vecchio spot datato 1993 di un forno della Zanussi.

Pochi giorni fa, su La Repubblica, ho letto un’intervista quasi commovente al povero Maverick Vinales. Il pilota spagnolo della Yamaha, di gran lunga la più bella rivelazione del Motomondiale da qualche anno a questa parte, confidava all’inviato del quotidiano romano i suoi patemi alimentari. Le rinunce alla pizza per dimagrire qualche chilo, una vita di stenti in cui non c’è spazio per l’amore e nemmeno per il carboidrato.

QUESTIONE DI PESO

Il povero Vinales, che con i suoi 62 chili è tutto fuorché sovrappeso, spiegava nel colloquio la sua continua lotta con la bilancia: “Mi posso concedere un solo giorno libero alla settimana per riempire lo stomaco”. In moto ogni chilo in meno sono secondi preziosi risparmiati. E al giorno d’oggi qualche etto di ciccia in meno può essere fondamentale. O almeno, così dice lui e ci fidiamo. Vinales raccontava l’invidia per il magrissimo Marquez (60 kg), la frustrazione per aver portato la sua massa grassa allo zero assoluto e l’ammirazione per il compagno di squadra Rossi: “È più alto, ma l’avete visto? Magrissimo”.

Nell’era del professionismo abbiamo piloti fortissimi ma tristi. Infelici perché per inseguire la loro passione, il demone della vittoria, devono rinunciare all’amore o alla pizza. Inutile dire che rispetto ai tempi di Barry Sheene e Marco Lucchinelli, quando i piloti non lesinavano sigarette, alcol e donne sono passate ere geologiche.

MODELLE O PILOTI?
Siamo passati dai piloti superstar ai piloti-modelle da passerella. Che dei rivali non guardano più i tempi ma solo l’adipe. La prossima volta che qualcuno si lamenta perché la propria moglie o fidanzata squadra le altre donne da capo a piedi in cerca di un filo di cellulite, prima di parlare pensi a Maverick Vinales e si morda la lingua.