Il parco moto italiano? Sempre più vecchio e sempre più grande. La fotografia che arriva dall'annuario statistico dell'Aci, presentato a Roma, è decisamente chiara. E nei pochi passaggi dedicati alle due ruote a motore racconta di un paese come il nostro, dove dal 2000 a oggi i volumi di vendita si sono più che dimezzati ma - sorpresa - il parco circolante è raddoppiato. 

Nel 2000 infatti si vendevano nel nostro paese 486.447 motocicli. un numero che si è eroso in modo preoccupante di anno in anno, fino al minimo assoluto dei 154.129 del 2013 e che negli ultimi anni è risalito in modo debole seppur strutturale a tal punto da far parlare di ripresa, con i 193.172 pezzi immatricolati lo scorso anno. Eppure il parco circolante è raddoppiato: se a inizio millennio c'erano in giro per le nostre strade 3.375.782 moto, oggi il numero è lievitato fino a 6.606.844. Nell’arco dell’intero periodo preso in considerazione, il numero di veicoli in circolazione è aumentato del 96% circa. 

I motivi sono molteplici: innnanzitutto la diffusione sempre maggiore dei passaggi di proprietà (passati da 315.747 del 2000 a 629.700 nel 2016) e un aumento minore delle radiazioni (82.345 nel 2000, 117.582 nel 2016). Elementi che comunque non giustificano questo raddoppio del circolante. Il fatto è che la moto è un oggetto che dura sempre di più, affidabile e che quindi entra a far parte della vita di chi la compra per molti anni. Inoltre c'è da considerare che l'affidabilità dei mezzi è sempre maggiore, quindi una moto resta in circolazione anche 15-20 anni. E data la contrazione dei consumi, sempre più motociclisti sono restii a investire cifre cospicue per cambiare periodicamente il proprio mezzo. In molti preferiscono tenersi stretta la propria moto o il proprio scooter per molti anni.