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La sicurezza passa per gli studi naturalistici

di Riccardo Matesic il 30/11/2015 in Attualità

Sono la nuova frontiera della ricerca sulla sicurezza stradale, anche se gli studi naturalistici sul comportamento dei guidatori si fanno già da diversi anni. Ultimamente sembrano però sempre più necessari per trovare nuove metodologie per combattere l'incidentalità stradale

La sicurezza passa per gli studi naturalistici
L'Università del Nuovo Galles del Sud, in Australia, sta conducendo un monitoraggio di 360 automobilisti volontari, della durata di 4 mesi.

Si tratta di uno studio naturalistico sui comportamenti dei guidatori nelle situazioni di guida normali e in quelle di forte rischio. Un lavoro che tornerà utile per mettere a punto nuovi programmi di sicurezza stradale, politiche specifiche e nuove dotazioni tecnologiche.

La notizia è stata “pescata” e rilanciata dall'Asaps (Associazione Sostenitori della Polizia Stradale), che ha indicato in 4 milioni di dollari, equivalenti a 2 milioni e 716mila euro, il finanziamento necessario.
Le automobili dei guidatori-cavia sono state dunque equipaggiate di una serie di sensori e telecamere, gps e radar. Durante la marcia verranno registrati costantemente i movimenti degli occhi di chi guida, per capire dove va il suo sguardo, la velocità di marcia e la posizione sulla carreggiata; anche in relazione all'incontro con altri veicoli, compresi ciclisti e pedoni. E si terrà in considerazione il tasso alcolico nel sangue del conducente, la temperatura all'interno dell'abitacolo e la presenza di altri passeggeri. Il tutto misurando anche la velocità di elaborazione e di reazione nelle differenti situazioni proposte dal traffico.


Quella degli studi naturalistici è una nuova frontiera della sicurezza stradale sulla quale si sta già lavorando da qualche anno. Celebre a riguardo lo studio “100 Cars”, realizzato dal Virginia Tech Transport Institute.

Ampissimo, e sempre realizzato in Virginia recentemente, anche lo studio SHRP2, che ha monitorato addirittura 3.400 guidatori, per un totale di oltre 5milioni 400 mila tragitti registrati e 36mila incidenti.

In Europa è invece in corso lo studio Udrive, che può contare su un budget di 10,6 milioni di euro (8 messi a disposizione dall'UE). In questo caso la peculiarità è la possibilità di confrontare il comportamento dei guidatori di 6 differenti paesi europei (Spagna, Francia, Regno Unito, Germania, Olanda, Austria e Polonia).


- Maggiori informazioni sullo studio dell'Università del Nuovo Galles del Sud sono reperibili cliccando QUI

- I dati dello studio 100 Cars sono pubblicati sul sito del Virginia Tech Transport Institute

- QUI il sito dello studo americano SHRP2

- QUI infine il sito del progetto europeo Udrive.

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