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Moto Guzzi MGX-21: l'altra faccia della luna

di Alfredo Verdicchio il 08/09/2016 in Anteprime

La flying fortress italiana diventa realtà per stupire gli amanti delle moto esclusive e spregiudicate. Fisico imponente, tanto carbonio e uno stile di guida particolare dove spiccano la ciclistica solida e un motore perfetto. Omologata Euro4 è in vendita a 24.100 euro chiavi in mano

Moto Guzzi MGX-21: l'altra faccia della luna
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Un'americana a Mandello. No, non abbiamo sbagliato a scrivere, è proprio questo il messaggio che arriva dritto dritto dalla presentazione dinamica della nuova Moto Guzzi, la versione definitiva della "bat-custom" MGX-21, già vista in versione prototipo a EICMA. Sì, perché questa lussuosa bagger con bellissime cover in carbonio sparse lungo tutta la moto, più di tutte le altre componenti della famiglia California 1400, ha nel suo DNA i geni delle moto che solo negli States trovano il luogo ideale per esprimersi al meglio.
Pesante (341 kg senza carburante), lunghissima, bassa da terra e dotata di tutti i sistemi tecnologici del caso (cruise control, stereo, bluetooth, presa USB e tre mappe motore), la MGX-21 dà il meglio di sé tra le non-curve delle strade americane: boulevard, highway o route, tanti i termini per indicare una strada, ma nessuna differenza, di pieghe nemmeno l’ombra.

Lì, negli USA, i customisti sono il nostro esatto contrario: noi usiamo il gas da metà in poi, loro quasi non lo girano; noi grattiamo pedane e borse, loro piegano quando parcheggiano la moto sul cavalletto; noi scaliamo una marcia per uscire forte dalle curve, loro – sempre esasperando il concetto – guidano col cruise. Insomma, un altro modo di idealizzare, pensare e usare la moto.

Non che in America manchino le strade "giuste", il Continente è pieno di catene montuose che qui farebbero la felicità di qualsiasi motociclista – e pure scooterista – mentre lì non se le fila nessuno, se non qualche "matto" in sella a una supersportiva. Nonostante questo, la MGX-21 è una Guzzi vera, originale nel design (bella la ruota anteriore lenticolare con cover in carbonio), molto curata nelle finiture e con una ciclistica che non disdegna anche una guida che, parafrasando il mondo della musica classica, potremmo definire allegro-andante.

In soldoni, in sella a questa Flying Fortress ("fortezza volante", come è riportato sulle fiancatine sotto la sella) oltre a passeggiare si può dare del gas senza rischiare di mettere in crisi la ciclistica, i pneumatici e il motore. Come su tutte le California, il bicilindrico da 1.380 cc è l'elemento principe. Euro4, elasticissimo, dolcissimo, pulitissimo e bello progressivo, è in grado di riprendere senza sussulti o strappi da 1.300 giri anche nelle marce alte. Di muscoli poi ne ha a secchiate, non messi lì per narcisismo ma per rendere godibile qualsiasi tragitto anche con un solo filo di gas. In più, la totale assenza di on-off nel tipico chiudi-apri del gas, facilita ogni tipo di manovra lenta, dal tornante stretto all'inversione di marcia in città.

A proposito di manovrabilità, la MGX-21 cela sotto il batwing (la semicarena) un congegno brevettato Moto Guzzi, un ausilio alle manovre che tramite un sistema di molle regressive, dà un discreto aiuto ad evitare che lo sterzo "cada" (tendenza tipica delle ruote anteriori di grandi dimensioni) nelle manovre a stretto raggio. Un appunto all'ergonomia di seduta, dove troviamo un manubrio leggermente lontano dal pilota (chi scrive è alto 1,80 metri), così come l'appoggio lombare della sella poco pronunciato.

Una volta superati i 40 km/h la MGX-21 acquista una più che discreta leggerezza e aumentare il ritmo di guida diventa quasi un'azione naturale, specie quando il percorso inizia a farsi interessante. Se sulle prime la ruota da 21" spiazza sempre i rider più stradisti, una volta prese le misure tutto diventa più facile e intuitivo. Anticipando quindi un pizzico l'ingresso in curva, dando un pizzico di precarico in più agli ammortizzatori e puntando alla scorrevolezza più che all'aggressività, la bagger italiana inizia a danzare tra una piega e l'altra, mettendo in mostra una piacevole rotondità di esecuzione e una rassicurante stabilità di marcia (e con un interasse di 1.700 mm ci mancherebbe pure).

Nonostante le sospensioni non abbiano molta escursione, nel complesso lavorano entrambe bene, filtrando la maggior parte delle imperfezioni stradali, tranne i colpi più secchi dove a soffrire è soprattutto quella posteriore. A piacere tanto sono anche il cambio - un po' duro negli innesti, ma sempre perfetto - e l'impianto frenante, con la coppia all'anteriore quasi sportivo per il feeling e l'efficacia anche nell'uso non propriamente tranquillo.

Quel che invece non ci ha convinto del tutto sono la semicarena, lo stereo e le valigie. Se da una parte il primo attira l'attenzione per le sue dimensioni e forme ricercate, dall'altra non offre una protezione dall'aria che vada oltre la sufficienza. Limite che poi va ad enfatizzare il secondo aspetto, cioè la ridotta potenza dell'impianto audio: i 50 Watt di potenza complessiva faticano a farsi sentire oltre i 100 km/h, anche calzando un casco jet.

Considerazione che non cambia una volta collegato al sistema il lettore Mp3 o lo smartphone tramite la porta USB o bluetooth. Per le borse avremmo preferito l'apertura senza l'obbligo di usare la chiave, molto più pratico, e una capienza maggiore, o di certo una migliore sfruttabilità dello spazio.

Pollice alto invece per il nuovo cruise control, uno di quei gadget che quando ce l'hai non ne fai più a meno: intuitivo nel suo unico comando sempre sul blocchetto sinistro, ora offre la possibilità di variare a piacimento la velocità di crociera, mentre si può disinserirlo non solo azionando freno o frizione, ma anche ruotando il gas in senso contrario.

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