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Kawasaki Z 250 SL: la baby "Z"

di Christian Cavaciuti il 08/05/2015 in Anteprime

Affilata, ben fatta, compatta come una 125, la più piccola tra le naked Kawasaki eredita il motore dell'enduro KLX, vivacizzato da nuovi pistone e centralina. è un furetto tra le curve, vibra pochissimo e ha l'ABS in opzione

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Quando lo scorso novembre al Salone abbiamo visto addirittura due nuove “baby Z”, completamente diverse, siamo rimasti sorpresi. In realtà la faccenda ha una logica chiarissima nel mercato globale: la 300 bicilindrica, che vi abbiamo raccontato poche pagine fa, è adatta al mercato giapponese e ai mercati orientali più maturi, come quello tailandese; la 250 monocilindrica, ancora più essenziale, è invece pensata per il gigantesco mercato indonesiano (è anche realizzata in Indonesia).

Attenzione, però: anche in questo caso, non si tratta di un prodotto “povero”. Sul serbatoio c’è il marchio Kawasaki, e i giapponesi fanno sempre terribilmente sul serio. Per questo la Z250SL è concepita con tutti i crismi, a partire dal design che non è certo allineato a un certo gusto orientale (vedi qualche recente 125) ma è invece aggressiva, e rappresenta anzi l’avanguardia dello stile di Akashi visto che è nata oltre un anno dopo la Z300, e lo si vede nel diverso trattamento delle superfici, più affilate. Peccato solo per il faro a sviluppo verticale, più in linea con la serie ER che con la serie Z; ma per il resto il lavoro fatto è ottimo, compreso il bel telaio a traliccio dedicato a questo modello, che prende in prestito il motore dell’endurina tuttofare KLX 250 ma ci costruisce attorno una naked sportiveggiante e senza complessi di inferiorità.

Il nome per esteso, Z250SL, individua subito la caratteristica fondamentale di questa moto: SL sta per SuperLight, ovvero superleggera (in Oriente esiste una Z250 di oltre 20 kg più pesante). E con solo 150 kg a secco (148 la versione senza ABS), leggera lo è sul serio. È oltretutto molto compatta: non inospitale nemmeno per chi supera i 180 cm di altezza, ma davvero corta e stretta come una 125 racing: manubrio stretto e ginocchia piuttosto rannicchiate, per una posizione che comunque non è scomoda.

La Z250SL condivide molte dotazioni con la Z300: le sospensioni (forcella teleidraulica Kayaba da 37 mm e mono Showa), i freni con dischi a margherita da 290 e 220 mm, l’ABS se presente, il radiatore con ventola canalizzata. Ha un serbatoio più piccolo (11 litri) e sovrastrutture molto più compatte, e riceve il monocilindrico a 4 valvole dalla KLX. Per aumentare il comfort, oltre al contralbero abbiamo qui un particolare sistema di contrappesi interni al manubrio, che svolge un lavoro veramente egregio perché le vibrazioni, comunque modeste, sono concentrate sulla sella ma praticamente assenti al manubrio. Cambia la strumentazione, più semplice ma a nostro avviso anche più leggibile (in questo caso è un po’ sacrificato il contagiri), mentre è identica l’altezza della sella, posta a 785 mm.

Il motore, alimentato con un iniettore a 10 fori e un corpo farfallato da 38 mm di diametro, è moderno e fa della regolarità la sua dote migliore. Non ha quel grande allungo che si paga con bassi inesistenti, ma piuttosto una curva di coppia (22,6 Nm) piuttosto piatta, che consente di riprendere dai 3.000 giri circa e cominciare a sentire vigore verso i 5.500. La ciclistica conta su un bel telaio, pneumatici ancora più svelti (100/80 e 130/70) e quote sveltissime: i 1.330 mm di interasse e solo 90 di avancorsa parlano da soli.

Molto caricata in avanti, con sovrastrutture un po’ meno ben raccordate quando si tratta di spostarsi sulla sella, la Z250SL è di una rapidità quasi imbarazzante nello scendere in piega, quando bisogna veramente rivedere i propri parametri per non anticipare ogni volta la manovra. La moto è molto precisa e istintiva, con l’unica pecca di sospensioni un po’ rigidine, specie dietro. Ottimo il cambio e ragionevole la spinta, ma si sa che l’elasticità non è la miglior dote dei piccoli monocilindrici, per cui se si vuole andar svelti è importante indovinare il rapporto giusto situazione per situazione: ma questo, insieme con il peso ridotto e la grande facilità complessiva, fa della Z250SL una perfetta “moto-scuola” per chi vuole farsi le ossa con poco impegno: costa come una bella 125 4T, è altrettanto ben rifinita e con prestazioni ben diverse.

Rispetto alla Z300, la Z250SL è veramente una “motoleggera”, pensata soprattutto per l’utilizzo urbano ed extraurbano a corto e medio raggio, dove offre prestazioni solo di poco inferiori alla sorella bicilindrica. Le abbiamo guidate entrambe sulle strade del Monferrato piemontese, dove la terra sale e scende come un respiro, e in queste condizioni, con velocità che non superavano a 110 km/h, le due hanno sempre tenuto lo stesso passo. La Z250SL in versione senza ABS ha inoltre il merito, non da poco, di far scendere il prezzo di accesso alla famiglia Z a poco più di 4.000 euro.

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