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Michael Dunlop: il Tourist Trophy nel sangue

di Andrea Padovani il 19/11/2014 in Altri sport

Qualche domanda al pilota attualmente più veloce sulla pista stradale dell'Isola di Man. Ecco cosa passa nella testa di chi trova normale volare a 300 km/h tra marciapiedi, muretti, case e pali della luce

Michael Dunlop: il Tourist Trophy nel sangue
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Classe 1989, Michael è l'ultimo eroe di una dinastia di piloti "stradali": è figlio di Robert, un gigante nelle gare stradali irlandesi (suo il record di vittorie alla North West 200), e nipote dell'indimenticabile Joey, icona delle Road Racing e del TT. Michael insomma ha la strada segnata e dimostra subito di che pasta è fatto. Vale la pena di raccontare un paio di aneddoti su questo personaggio: nel 2008 il padre Robert perde la vita durante le qualifiche della Nord West 200, Michael decide di prendere comunque il via due giorni dopo alla gara… vincendola.
Quest'anno, durante il Senior TT (vinto con la BMW, riportando al successo la casa di Monaco dopo 75 anni), deve difendersi dagli attacchi del fratello William (anch'esso pilota…). Al terzo giro William cade in un punto veloce (Graham's): le sue condizioni appaiono serie. Michael passa su quel tratto riconoscendo il fratello: la leggenda vuole che durante il pit stop chieda notizie, ma nessuno sa nulla. Riparte, andando a vincere la gara… Ad oggi Michael ha al suo attivo 12 vittorie al TT, solo quattro piloti hanno fatto meglio…
Oggi sei uno dei migliori piloti al TT. Com'è vincere all'IOM?
"Il TT è l'obiettivo di tutta la stagione. Correre qui ha un significato particolare, quest'anno forse ancora di più, visto che ho gareggiato con la BMW e l'ho riportata alla vittoria dopo 75 anni dall'ultimo storico successo. Il TT è la mia pista".
Quando corri tra muretti e case vai al 100% oppure in qualche caso ti tieni del margine?
"Dipende… dipende dal primo giro e dal vantaggio che hai, poi puoi eventualmente gestire. In gara poi ci sono gli avversari, si spinge molto all'inizio per avvantaggiarsi. Non puoi ovviamente andare al 100% sempre… non è molto salutare al TT. Anche perché non puoi permetterti di cadere; se succede non c'è una seconda chance".
Qual è il segreto per mettere a punto la moto all'Isola di Man?
"Ogni pilota alla fine ha il proprio. Al TT c'è ovviamente il misto veloce, ma ci sono anche sconnessioni, salti e curve lente. Avere un assetto che permetta di volare sulle malformazioni è importante, poi se si riesce a trovare anche un buon handling...".
Qual è la parte del TT che ti piace di più?
"Spesso sento piloti che dicono di preferire una parte a un'altra… Beh, a me piace tutto!".
Giriamo la domanda. Allora qual è la parte più difficile?
"Tutta la pista! Anche la parte più facile è dura se non la ricordi perfettamente. Poi ci sono sezioni come quella che va da Glen Helen a Ramsey che sono davvero impegnative. Se dimentichi in quale parte sei o non sai quale curva stai per affrontare… beh, il TT non è un posto carino in cui passare del tempo".
Ma alla fine, che ha di speciale il TT?
"L'Isola di Man è la medaglia d'oro delle gare motociclistiche. Chiunque si ricorda il nome del vincitore del TT, specialmente in Irlanda. Qui, le gare su strada sono qualcosa di speciale. Non saprei dire il motivo. Ma è così".
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