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Yamaha Virago XV535

il 25/10/2002 in Moto & Scooter

Ha fondato una categoria, insieme alla Honda Shadow. Ha smesso i panni della moto trendy da quando c’è stata l’invasione delle Drag custom, ma le qualità ci sono ancora e i prezzi restano bassi



Tipologia – Una custom giapponese, come le facevano prima che l’Harley-mania imperversasse in Europa, costringendo le case a creare repliche a basso costo delle bicilindriche di Milwaukee. Nasce per il turismo tranquillo, anche a medio raggio. Noi la consigliamo come alternativa agli scooteroni.
Caratteristiche generali – è compatta e (per essere una custom) molto leggera, doti che la rendono adatta ai neopatentati e al pubblico femminile. Tuttavia continua a fare la sua scena, e, per chi non ha grandi pretese, può essere una buona compagna d’avventura capace di cavarsela in ogni situazione.



Prezzo: 6.321 Euro. Basso, comunque in linea con le concorrenti più agguerrite.
Concorrenti: Kawasaki EN500, Moto Guzzi Nevada 750, Honda Shadow 600.

Praticamente dimenticata dalla stampa da molti anni a questa parte, la Virago ha ancora qualcosa da dire, e, soprattutto, resta ricercata sul mercato dell’usato. Secondo noi vale ancora la pena di investirci del denaro, facendo però alcuni distinguo...



Investirci del denaro, dicevamo. Già, può valerne ancora la pena, a patto che piaccia il suo stile ormai non più all’ultimo grido, e si vogliano accettare le dimensioni contenute da moto utilitaria. Perché, per la verità, la Virago brutta non è mai stata e non lo è nemmeno oggi, soprattutto nella versione 535: il tempo ha invece visto sparire dalla gamma XV la 250 e la 750, decisamente meno riuscite. Tuttavia il rinnovamento sul piano stilistico e tecnico negli ultimi anni è stato minimo, quasi assente.



L’acquisto migliore è stato senza dubbio la verniciatura sfumata del serbatoio, un tocco di raffinatezza che l’ ha ringiovanita. Azzeccata pare l’idea del cerchio anteriore di così grande diametro (19”), che calza un pneumatico sottile.
Il piccolo serbatoio a goccia, la grande sella trapuntata, il doppio scarico e il manubrio a corna di bue sono meno appaganti per l’occhio di quanto non lo fossero un paio di lustri or sono, ed è facile prevedere che la permanenza della Virago nelle concessionarie, almeno così com’è, non durerà ancora a lungo.



Il turismo a medio raggio è il massimo sforzo che sia lecito chiedere alla bicilindrica di Iwata. O, meglio, il massimo sforzo che si possa chiedere al pilota posizionato sulla sua sella. Non per la sella in sé, ampia e comoda (almeno per il guidatore), ma per l’assenza di protezioni aerodinamiche, per le vibrazioni che agli alti regimi si trasmettono al manubrio e quindi a braccia e spalle, per la durezza della sospensione posteriore e per la limitata capacità di carico.



L’esemplare che abbiamo provato è equipaggiato con un piccolo parabrezza e borse laterali, accessori in grado di tamponare alcuni di questi problemi, ma è certo che pensare ad una traversata continentale in sella alla Virago è un’idea che è meglio scartare a priori., anche perchè, a causa della scarsa capienza del piccolo serbatoio a goccia, le soste per i rifornimenti sarebbero davvero troppe. Ridotta all’osso la strumentazione, che non prevede né contagiri né indicatore del livello carburante. Il peso dichiarato, pari a 182 kg, è tra i più contenuti della categoria: anche per questo capita con frequenza di vedere esponenti del gentil sesso a cavallo di questa custom compatta.

Motore: 4 tempi, due cilindri a V longitudinale, raffreddamento ad aria, distribuzione SOHC, cilindrata 535 cc, alesaggio per corsa 76x59 mm, rapporto di compressione 9:1. Potenza massima 44,1 cv a 7.500 giri, coppia massima 46 Nm a 6.000 giri, trasmissione finale a cardano, cambio a cinque marce sempre in presa.
Ciclistica: telaio a doppia culla in acciaio, sospensione anteriore forcella telescopica, posteriore forcellone oscillante. Freno anteriore disco da 298 mm, posteriore tamburo da 200 mm. Misure cerchi: anteriore 19”, posteriore 15”.



Dimensioni: lunghezza 2.225 mm, interasse 1.520 mm, altezza sella 720 mm. Peso a secco: 182 kg. Capacità serbatoio: 13,5 l.
Commento: buono il valore della potenza massima, ottimo quello della coppia. Per quanto riguarda la meccanica non c’è alcuna sorpresa, sono tutte soluzioni iper-collaudate. Identico discorso per la ciclistica, anche se sarebbe stato preferibile un freno posteriore a disco e soprattutto steli della forcella più robusti, oltre a un maggiore equilibrio tra le misure dei cerchi, che paiono leggermente troppo sfasati (19”-15”), almeno per i canoni attuali.



Il bicilindrico giapponese è dotato di buona potenza. Spinge bene più agli alti che ai bassi, ma questo è un problema comune alle unità di piccola cilindrata. Le prestazioni sono in effetti ragguardevoli: la Virago diverte soprattutto sulle morbide strade collinari e di campagna.



La ciclistica si è invece rivelata un po’ sottodimensionata. A deludere non sono tanto le quote, quanto la qualità generale delle componenti. La forcella anteriore affonda molto e non è aiutata dalla copertura un po’ troppo “magra”. Basta poco per mettere in difficoltà l’avantreno, ed è sconsigliabile cercare la piega.



Anche in frenata si sarebbe potuto fare meglio. Il tamburo posteriore è poco progressivo: per fermarsi si deve schiacciare il pedale a fondo, ma se lo si fa la ruota si blocca. Ci si consola coi consumi molto contenuti: le percorrenze sono sempre superiori ai 25 km/litro.

 

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