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Ecco come gli altri Paesi europei lavorano per la sicurezza dei motociclisti

Marco Gentili
di Marco Gentili il 09/04/2024 in Attualità
Ecco come gli altri Paesi europei lavorano per la sicurezza dei motociclisti
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Nell'ultimo rapporto dell'ETSC le ricette di Austria, Scozia e Svezia che hanno ridotto la mortalità delle due ruote. E in Francia il modo corretto di affrontare le curve lo si insegna a scuola guida

Secondo l'ultimo report dell'ETSC (lo European transport safety council, una autorevole no-profit che si occupa di sicurezza stradale) ben un morto su cinque sulle strade extraurbane è un motociclista. Un dato che dovrebbe colpirci molto perché è proprio sulle "rural roads" (così vengono chimate nel rapporto) che gli amanti delle due ruote sperimentano il maggior piacere di guida: le statali che corrono tra colline e pianure, le strade e i passi di montagna rientrano all'interno di questa definizione.

I tre scenari di collisione più comuni su queste strade sono collisioni in cui l'altro veicolo è un'auto, un veicolo commerciale (leggero o pesante), o dove nessun altro veicolo è coinvolto. Proprio per scongiurare questo tipo di sinistri, in alcuni Paesi europei si stanno sperimentando soluzioni accolte con favore dall'ETSC, anche alla luce della significativa riduzione di incidenti mortali che hanno visto per protagoniste le moto.

 

Ecco come gli altri Paesi europei lavorano per la sicurezza dei motociclisti

L'ESPERIMENTO AUSTRIACO

In Austria, nella regione del Tirolo, già dal 2016 è stata adottata su alcuni tratti stradali selezionati (in particolare doppie curve consecutive) una speciale segnaletica orizzontale che, di fatto, guida i motociclisti a seguire una corretta traiettoria. Una guida "visiva" che ha permesso da un lato di aiutare i motociclisti meno esperti nell'individuare il percorso ottimale da seguire, dall'altro di diminuire velocità media e incidenti. L'esperimento austriaco, con modalità simili, è stato messo in atto sia in Scozia sia in Slovenia, con risiultati analoghi in termini di riduzione della velocità e di numero di sinistri.

 

Ecco come gli altri Paesi europei lavorano per la sicurezza dei motociclisti

FRANCIA: A SCUOLA DI CURVE PRIMA DELLA PATENTE

Che le curve siano spesso un punto dolente per la guida di molti motociclisti non è un mistero. A tal punto che il modo corretto di affrontare una curva, in Francia, è uno dei caposaldi della formazione per chi vuole prendere la patente A. Qui infatti si studia la "traiettoria sicura", ovvero la più corretta da seguire anche per essere visti nel modo migliore dagli altri utenti della strada.

 

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SVEZIA: LE STRADE "DIVISE"

In Svezia invece un assist alla sicurezza stradale è arrivato dalle cosiddette strade 2+1. Nel Paese scandinavo questa conformazione della rete viaria ormai riguarda più di 5mila km di strade, originariamente a carreggiata unica e larghe 13 metri, che sono state suddivise in tre corsie "strette". Di queste, due vanno in un senso di marcia, e una nell'altro. In ciascuna direzione, la sezione a due corsie, che fornisce una zona di sorpasso sicura, si alterna con un tratto ad una corsia a intervalli di circa 2 km. Una soluzione che, nonostante i dubbi iniziali sollevati dalle associazioni dei motociclisti, ha portato un risultato inaspettato, come la riduzione di incidenti e morti tra gli utenti delle due ruote.

 

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