Questo mese abbiamo messo a nudo la BMW R nineT Urban G/S portando così avanti quel filone inaugurato sullo scorso numero di Dueruote con la MV Agusta Brutale RR.

Facendo a pezzi la Urban G/S abbiamo ritrovato una certa familiarità, per la sua semplicità costruttiva, con le moto più off: é una creatura intuitiva questa bavarese, che ti invoglia a metterci le mani, e dove tutto ruota ed è ancorato al motore, che funge da elemento stressato della ciclistica. Su questa G/S infatti non esiste un telaio vero e proprio, ma tre singoli elementi: un traliccio anteriore che ingloba il cannotto di sterzo, sostiene la forcella e imbriglia il motore attraverso due soli perni passanti (più un bullone per lato); un elemento posteriore che vincola il boxer nella sua zona bassa (senza perni ma con due bulloni a destra e due a sinistra) e da cui si allunga la struttura reggisella; un telaietto finale imbullonato all’elemento principale a cui sono ancorate le pedane del passeggero e che funge anche da portatarga.

Semplicità costruttiva e modularità telaistica: quanto in BMW in quest’ultimo periodo, grazie alla serie Heritage, si sia dato importanza al fenomeno del customizing è cosa risaputa, quanto i customizer siano stati felici di un telaio così fatto, invece, non lo si apprezza abbastanza fino a quando non si ha la possibilità di “sventrare” fino in fondo una moto della serie R nineT.

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