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Sei Giorni di Camerino: un tuffo nel passato

di Emanuele Vertemati il 07/06/2010 in Moto & Scooter

Abbiamo partecipato alla rievocazione della 49° Isde, stravinta allora dai cecoslovacchi sia nel Trofeo che nel Vaso. Due giorni di full immersion nella regolarità d'epoca nel segno del ricordo di Augusto Taiocchi, recentemente scomparso, e della sfortunata squadra degli azzurri, primi in quattro classi su sette

Sei Giorni di Camerino: un tuffo nel passato
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Ricordare quel che è stato un evento memorabile nella storia della regolarità diventa impresa improba, a volte ingenerosa. Dei 300 piloti provenienti da 18 nazioni che per una settimana 36 anni fa si sfidarono per Vaso e Trofeo tra le splendide mulattiere della Marca Camerte, restano marchiate indelebilmente le gesta e i risultati negli annali sportivi.
Immagini, numeri e leggende che diventano preziose reliquie nell'archivio personale dei ricordi degli appassionati, tornati in questo fine settimana a celebrare con un evento ad hoc la sfortunata impresa della nazionale italiana più bella, quella dei Gritti, Andreini, Brissoni, Signorelli, Oldrati e Saravesi. Sì, proprio la terza classificata di quell'Isde, che regalò comunque all'Italia quattro vittorie di classe su sette.
Unico tra i superstiti di quell'epopea azzurra, presente domenica, Dino Mercatelli, marchigiano di nascita ma lombardo d'adozione; da sempre nelle Fiamme Oro, Mercatelli, oggi presidente del Gilera Club Arcore, nel '74 strappò un 5° posto nella classe 100 con la SWM. Tra i ricordi dell'ex poliziotto il suo "uomo ombra", che ogni giorno gli sistemava un telaio forse troppo sperimentale, a tal punto da aver bisogno di continui punti di saldatura nelle parti più sollecitate. Cose dell'altro mondo. Come le distanze percorse ogni giorno di gara, in quel lontano 1974, sempre oltre i 300 km, con 14–16 controlli orari, oltre alle prove di accelerazione e a quelle di cross.
Un dieci e lode agli organizzatori della Rievocazione, gli amici del Motoclub Camerino oggi guidato da un giovane appassionato, Stefano Ronconi, che insieme a Duccio D'Amico, esperto e restauratore, e a tutti i collaboratori hanno saputo per l'ennesima volta mettere insieme appassionati, curiosi e popolazione locale, nel segno indelebile della passione per la regolarità e delle due ruote in generale.
Perché Camerino significò anche velocità, con il famoso circuito ad anello definito il Tourist Trophy d'Italia, vero e proprio banco di prova per oltre vent'anni di corse di molti piloti dell'epoca. Tra questi, oltre ad Agostini – che qui debuttò nelle gare cittadine nel 1961 – anche Pasolini (suo il record sul giro nel 1964 con una Aermacchi 175 a 89 km orari di media), Venturi, Spaggiari, Gallina e tanti altri.
Ma torniamo a oggi. Tra i piloti che corsero allora anche Japp Lanting, otto Sei Giorni alle spalle, dal 1970 al 1977, arrivato dall'Olanda in camper con moglie al seguito. Anche per lui, come per i possessori delle moto vincitrici delle categorie "più conservata", "più storica" e "più restaurata", premi e riconoscimenti a non finire assegnati in occasione della cena di sabato. Tra i pezzi più belli visti nel fine settimana la Simson 175 del 1978 insieme ad alcune Jawa e alla Zundapp 50 ufficiale di Peter Vogel portata per l'occasione in mostra da Federico Fregnan, artefice del rilancio in produzione del marchio Fantic Motor. Che non ha fatto mistero di volerla acquistare a "ogni costo", proprietario permettendo.
Domenica, infine, via libera a tutti gli iscritti – almeno per un giorno – lungo il giro di circa 90 km che riprendeva parzialmente i percorsi utilizzati nell'Isde del '74. Scenari suggestivi, tratti panoramici di rara bellezza, mulattiere, sottobosco e qualche passaggio forse un po' impegnativo per chi è arrivato con un 50 cc. Sopra tutti il famigerato "cavatappi" , insidioso per pendenza e scivolosità, rivelatosi alla fine non proprio alla portata di tutti.
Unico rammarico – a consuntivo di un fine settimana che ha saputo catalizzare l'attenzione di oltre 100 partecipanti – la mancanza di parecchi di quei nomi che hanno fatto grande la regolarità e vincente l'Italia fuoristradistica progenitrice dell'enduro moderno, anche a causa della concomitanza delle esequie di Augusto Taiocchi celebrate sabato a Ponteranica, in provincia di Bergamo.
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