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Africa

Dall'Italia al Sud Africa: tredicesima tappa

di Anna & Fabio il 13/10/2010 in Africa

Finalmente l'Africa! Ma il trasferimento in aereo blocca la moto per venti giorni, così che appena possono, i nostri due viaggiatori partono dritti verso la Tanzania

Dall'Italia al Sud Africa: tredicesima tappa
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Il volo da Tehran a Nairobi arriva in perfetto orario; durante il viaggio facciamo qualche conoscenza e ci guardiamo un'infinità di film. Dopo l'arrivo, però, ci aspetta una lunghissima coda per il rilascio del visto: più di tre ore, dovute più che altro al funzionamento non proprio perfetto delle macchinetta per il rilievo delle impronte digitali. Siamo liberi alle 10 di sera. Anna ha prenotato in una pensione economica, così difficile da trovare in una città costosa come questa. Dovrebbe anche essere vicina agli aeroporti, ma ci accorgiamo ben presto che abbiamo sbagliato qualcosa e che è lontanissima: per fortuna qualcuno ci sta aspettando.
Il taxista ci offre subito di accompagnarci in un safari in qualche parco nazionale: no grazie, stiamo aspettando la nostra moto e saremo molto occupati.
L'arrivo della moto è previsto per domani sera: la mattina, appena svegli, contattiamo il corriere, ci convoca per la consegna dei documenti e ci comunica che la moto non risulta imbarcata sul volo di oggi. Cominciamo bene!
Ritorniamo il giorno successivo, ma nemmeno questa volta ci sono tracce della moto. Inoltre la descrizione del carico è inesatta e occorre farla modificare a Tehran. Mercoledì, finalmente, dopo una serie ininterrotta di email sempre più pungenti, ci viene comunicato che la moto arriverà solo giovedì sera. Perciò la cassa non verrà presa in considerazione dalla dogana prima di lunedì e potremo rimettere le mani sulla moto solo martedì: una settimana persa!
A parte le giornaliere corse all'aeroporto non ci resta molto tempo a disposizione: lo occupiamo girando per la città, dove si alternano zone moderne e di un lusso sfrenato a colossali quartieri che definire degradati è riduttivo.
Riceviamo centinaia di proposte di safari di ogni genere, un contatto devastante con una povertà difficile anche da immaginare. Decido di far portare la cassa così come verrà sdoganata, direttamente alla locale concessionaria BMW: rimontare la moto da solo sarebbe troppo difficile. Il contatto è ottimo e sono molto disponibili. Nel frattempo arriva il treno di gomme che avevamo spedito qui con carte geografiche, guide e un po' di cibo per Anna.
Per ingannare il tempo visitiamo tutto il visitabile: Museo Nazionale. Archivo Nazionale, Arboretum, mercatini tradizionali, facciamo lunghissime passeggiate in lungo e in largo. Alla fine il tempo passa e martedì pomeriggio la moto arriva, con le consuete tre ore di ritardo, all'officina BMW. I 400 kg della cassa vengono scaricati a braccia. Poi in pochi minuti rimontiamo la ruota anteriore e le pinze dei freni. Guardandola superficialmente la moto sembra a posto. Diamo un'altra controllata: sì, c'è proprio tutto, meno il taglia catena che ha inspiegabilmente preso il volo all'aeroporto di Tehran. Mi promettono che si occuperanno della moto mercoledì e che potrò ritirarla giovedì, prima della chiusura per la festa nazionale del 27 agosto.
Il trasporto ha comportato uno stop di quasi 20 giorni. Per poterci preparare meglio cambiamo albergo, trasferendoci in uno più costoso ma con un bel garage. Giovedì ritiro la moto e passo il resto della mattina a controllare che tutto sia stato fatto per il meglio. Il pomeriggio lo passiamo ad organizzare la partenza: ormai abbiamo perso troppo tempo e ci dirigeremo direttamente verso la Tanzania.
La sera festeggiamo, senza molta fantasia, cenando in un ristorante Italiano e la mattina molto presto partiamo cercando di dribblare tutti i blocchi stradali dovuti alla manifestazione di oggi.
Piove. Usciamo di città ma restiamo bloccati per un paio di volte a causa del passaggio di diversi cortei di auto presidenziali. Poi, superato l'aeroporto internazionale, il traffico si dirada e possiamo procedere più speditamente. La strada che attraversa il Kenya da nord a sud è in cattive condizioni o, meglio, è in via di sistemazione: perciò per la maggior parte del suo percorso è chiusa e si corre su piste laterali.
Procediamo perciò ad una velocità molto bassa. Arriviamo alla frontiera Tanzaniana che sono quasi le due. Passiamo un paio d'ore fra una pratica e l'altra, incluso il pagamento di alcune tasse piuttosto pretestuose e della assicurazione "third part" obbligatoria ma di difficile stipula e che viene offerta da decine di personaggi piuttosto equivoci.
Alla fine, senza nessuna particolare fiducia, ci rivolgiamo ad una poliziotta che ci indica l'ufficio "più serio". Ci resta il dubbio che abbia voluto fare un favore a suo cugino, ma alla fine sottoscriviamo la polizza che comprende anche tutti gli altri paesi che attraverseremo. Purtroppo è disponibile solo in due tagli: un mese (troppo poco) o sei mesi (troppo). Non ci resta che sottoscrivere quella da sei mesi. E finalmente entriamo in Tanzania.
A presto.

1bike2people4aid.it
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